Prevedere il futuro è un'utopia. Winston Churchill una volta disse: "Non mi piace prevedere gli eventi, preferisco di gran lunga fare profezie a posteriori."
Tuttavia, raccogliere dati e individuare tendenze e modelli può aiutarci a creare delle proiezioni piuttosto affidabili relative al futuro dell'e-commerce. Iniziamo analizzando un paio di cambiamenti in termini di comportamento dei consumatori che guideranno i prossimi anni del settore dell'e-commerce.
Nella nostra serie audio bisettimanale i leader mondiali del settore discutono di vari argomenti relativi all'e-commerce: notizie, tendenze, strategie di crescita, storie di successo. Non perderti consigli esperti e informazioni preziose.
I Millannial, generazione nata tra il 1980 e il 1994, spendono oltre 1 miliardo di dollari ogni anno negli Stati Uniti. Tuttavia, il 36% di loro è gravato da ingenti debiti universitari. È a questo che si attribuisce la tendenza a preferire "l'economia dell'accesso a quella del possesso", e sempre a questo sembrano legate molte delle più recenti innovazioni relative ai pagamenti.
I Millennial sono poi seguiti a ruota dalla Generazione Z. Sebbene questa abbia un'età massima di appena 24 anni, le prime analisi sono già in corso. Questo report di Dazed Media sulla cultura giovanile sottolinea che in chi appartiene alla Gen Z "convivono una propensione all'iper-individualismo e l'inclinazione a seguire le tendenze di massa. Questo ci rende frammentati, ma uniti al tempo stesso".
Ciò indica un cambiamento rispetto alle generazioni precedenti, in particolare alla Gen X, per la quale individualismo e mainstream erano agli antipodi.
Un'altra variazione nel comportamento dei consumatori, in questo caso comune a tutte le generazioni attualmente in vita, avrà con molta probabilità un effetto sul mondo dell'e-commerce, come risultato diretto della pandemia di COVID-19.
Il report di Dazed Media aggiunge: "La casa si è trasformata in ufficio e spazio ricreativo, e le interazioni umane dirette si fanno meno frequenti. Ci troviamo in un momento storico caratterizzato da grandi tensioni: frammentazione contro unità, interazioni digitali contro interazioni fisiche, realtà contro fantasia, individualità contro omogeneità".
Le tendenze qui identificate puntano tutte a tre principali obiettivi:
In altre parole, il futuro dell'e-commerce vedrà un incremento in termini di praticità sia per i rivenditori che per gli acquirenti, e la creazione di esperienze di shopping coinvolgenti, semplici e coerenti su più canali.
La quota delle vendite al dettaglio per l'e-commerce a livello globale è aumentata, almeno negli ultimi cinque anni, e la crescita dovrebbe continuare.
L'ottimismo netto dei consumatori è diminuito in molti paesi, secondo i dati di McKinsey, come conseguenza diretta del COVID-19. Tuttavia, la pandemia ha dato anche una spinta all'e-commerce, che si è reso necessario soprattutto per gli articoli essenziali.
Questo ha offerto anche ai paesi in cui il settore dell'e-commerce non aveva registrato una grande crescita fino ad allora l'opportunità di espandersi all'estero.
Detto questo, i marchi dovranno comunque effettuare le dovute verifiche per assicurarsi che un'eventuale espansione internazionale sia la cosa giusta per la loro attività online. Ecco alcuni aspetti da considerare:
Considera i costi di marketing, vendite e spedizioni a livello internazionale, in modo da poter decidere se ha senso per il tuo brand sfruttare le opportunità e-commerce globali. È inoltre importante notare che, se decidi di vendere a regioni mobile-first come i paesi APAC, l'Africa e il Medio Oriente, dovrai necessariamente garantire un'esperienza di shopping da dispositivo mobile ottimizzata.
LARQ, cliente BigCommerce, ha messo sin da subito l'espansione a livello internazionale tra le priorità.
"Abbiamo chiesto un finanziamento con Kickstarter e supposto che il mercato internazionale, in particolare quello europeo e asiatico, avrebbe giocato un ruolo importantissimo per noi", spiega Justin Wang, Co-Fondatore e CEO di LARQ.
Il loro sito e-commerce offre funzionalità multi-regionali, e il lancio della valuta multipla nel 2019 ha portato a un aumento dell'80% in termini di conversione in tre mesi.
"Stiamo anche cercando di allestire un nuovo magazzino per espandere le operazioni a livello globale mantenendo il focus sulla nostra strategia di e-commerce", afferma Justin.
L'obiettivo dell'automazione è quello di consentire lo svolgimento di un compito con il minor intervento umano possibile. Dalla programmazione delle e-mail all'interno di un CRM o strumento di marketing all'utilizzo di Zapier per snellire le operazioni, fino all'uso di tecnologie avanzate nel processo di assunzione del personale.
Nell'ottica delle tendenze future dell'e-commerce, tuttavia, oggi si parla principalmente di robotica e machine learning.
Un ottimo indicatore delle tendenze future è l'erogazione di finanziamenti. Negli ultimi mesi, una piattaforma conversazionale open source che usa l'Intelligenza Artificiale per chatbot e applicazioni vocali ha ricevuto il suo quarto giro di finanziamenti, mentre uno sviluppatore autonomo di carrelli elevatori ha raccolto ben 15 milioni di dollari.
I dispositivi robotici, i droni e altri veicoli autonomi affini vengono già utilizzati per agevolare la catena di approvvigionamento, ad esempio per trovare, identificare e trasportare la merce nei magazzini. Inoltre, gli Stati Uniti potrebbero vedere già a brevissimo sulle proprie strade dei veicoli per il trasporto merci a guida totalmente autonoma.
La combinazione tra machine learning/Intelligenza Artificiale e big data può raggiungere obiettivi ben più grandi della sola automazione. Può infatti ottimizzare automaticamente una serie di processi che attualmente prevedono un grande dispendio di tempo ed energie, o che sono semplicemente impossibili.
L'area in cui è destinata ad avere il maggior impatto è la personalizzazione nel campo dell'e-commerce, che può garantire agli utenti un'esperienza migliore all'interno del negozio.
"I siti web che raccomandano articoli che potrebbero piacerti sulla base degli ordini passati utilizzano il machine learning per analizzare la cronologia dei tuoi acquisti" spiega Jeff Goffinet del Dunn Solutions Group.
"I rivenditori si avvalgono dell'apprendimento automatico per acquisire i dati, analizzarli e utilizzarli per fornire un'esperienza di shopping personalizzata, implementare campagne di marketing, ottimizzare i prezzi, pianificare l'approvvigionamento della merce e ottenere informazioni sui clienti."
L'acquisizione e l'analisi di questi dati possono inoltre aiutare i rivenditori a identificare ordini potenzialmente fraudolenti o ad alto rischio inviati ai negozi e-commerce per mezzo di punti di contatto personalizzati.
Nel tempo, sostiene Jeff, il machine learning richiederà un intervento sempre minore da parte dei data scientist per le applicazioni standard nell'e-commerce. Se ti interessa incorporare alcuni dei vantaggi dell'apprendimento automatico, puoi iniziare analizzando i principali punti dolenti della tua attività. Per esempio: se l'assistenza clienti è un problema, prova a utilizzare un chatbot.
Il grafico qui sopra mostra la percentuale di consumatori che hanno utilizzato un chatbot per ciascun settore. Il retail registra già un livello significativo di adozione.
Non aver paura di iniziare con piccoli passi. Potrai sempre fare di più in un secondo momento, con la crescita della tua azienda. Ricorda: l'obiettivo dell'automazione è quello di ridurre il lavoro per l'essere umano, non quello di aumentarlo. Altrimenti, non sarebbe che un vezzo.
Un sondaggio effettuato a gennaio 2019 ha rilevato che il 45% circa dei Millennial ha già utilizzato tecnologie vocali come Google Home o Alexa di Amazon per effettuare acquisti. Man mano che gli utenti acquisiscono familiarità con l'uso delle tecnologie ad assistenza vocale come gli smart speaker, questa percentuale è destinata ad aumentare. Fino a un certo punto.
L'idea di ordinare abiti o arredi per la casa senza vederli prima è quasi assurdo. È più facile immaginare di farlo, piuttosto, per un riordine, ad esempio: "Alexa, aggiungi il mangime per il cane al carrello".
In questo caso, Amazon ricorda il marchio e le quantità che ordini di solito, agevolando il processo.
Il futuro del settore, tuttavia, si basa sul trend del commercio vocale e sull'aumento degli abbonamenti per raggiungere il commercio automatizzato (a-commerce) e i dispositivi IoT alimentati dall'headless commerce.
"L'headless commerce è si sta definendo all'interno del mercato", sostiene Amir Hessabi, ingegnere di soluzioni aziendali presso BigCommerce. "Pensiamo all'headless come a un motore commerciale che si collega con qualsiasi cosa, ad esempio con i dispositivi IoT.
Con l'a-commerce, un dispositivo connesso all'IoT percepirà il momento in cui stai per esaurire un articolo per il quale hai sottoscritto un abbonamento e lo ordinerà automaticamente per tuo conto.
Prendiamo ad esempio la gestione del frigorifero.
I marchi che vendono prodotti che si adattano bene a quel modello, come i cibi confezionati, ad esempio, sono quelli che dovrebbero concentrarsi maggiormente su questo.
Pensiamo al modo in cui le persone effettuano una ricerca. Quando un utente digita una frase, generalmente si concentra su parole chiave specifiche, come ad esempio "giacca rossa". Con la ricerca vocale, tuttavia, è molto più probabile che quest'ultimo porrà una domanda completa: "Dove posso trovare una giacca rossa?"
Questo potrebbe richiedere in futuro delle modifiche alle best practice nell'ambito della SEO e avere un impatto sul posizionamento nei risultati di ricerca.
Le Progressive Web App (PWA) utilizzano le tecnologie web più recenti per fornire esperienze online più vicine a quelle proposte da un'applicazione nativa, piuttosto che da una pagina web tradizionale, specie da dispositivo mobile.
Queste applicazioni stanno guadagnando una popolarità sempre maggiore perché consentono di offrire all'utente un'esperienza affidabile e velocissima, coinvolgendolo peraltro con strumenti come le notifiche push e guadagnandosi un posto tra le altre app della schermata home del dispositivo.
Gli acquisti da dispositivo mobile non sono più una novità, ma una realtà radicata. Nel 2022 si prevede un aumento significativo delle vendite tramite smartphone, che dovrebbero superare un valore di 432 miliardi di dollari.
Se a questo aggiungiamo la prevalenza di acquirenti mobile-first che popolano aree geografiche come l'Asia Pacifico, l'Africa e il Medio Oriente, otterremo un gran numero di utenti pronti ad acquistare tramite cellulare.
Utilizzare una PWA nell'ambito di un'architettura headless commerce può garantirti il controllo necessario per fornire un'esperienza di acquisto da dispositivo mobile veloce e affidabile. Separare il motore commerciale dal front-end del negozio consente ai rivenditori e agli sviluppatori di lavorare in autonomia, riducendo l'impatto di eventuali modifiche e garantendo ai clienti un'esperienza di qualità nativa.
Canvas 1839, società operativa nel commercio di prodotti a base di cannabidiolo, ha lanciato parecchi mesi fa il proprio negozio utilizzando una PWA e un'architettura headless commerce. Tra i vantaggi, una maggiore efficienza in termini di sviluppo e aggiornamenti, sia per gli sviluppatori che per i venditori del team.
"Per gestire i contenuti utilizziamo un approccio molto flessibile che consente ai team dedicati al marketing e al contenuto di creare pagine informative ricche e totalmente integrate nel resto del sito", spiega Corey Ward, ex Senior Web Developer di Canvas 1839.
Che chiosa: "Le esperienze di shopping non sono tutte uguali. Utilizzando un approccio headless, le decisioni vengono prese in base al contesto e al tipo di esperienza che stiamo cercando di offrire."
Poiché il COVID-19 ci spinge sempre più verso un mondo digital-first, i marchi dovranno sforzarsi ancora di più per offrire esperienze di acquisto ricche e convincenti e non perdere l'attenzione del cliente in un mercato e-commerce affollatissimo.
Ora che le tecnologie per creare esperienze differenziate si fanno sempre più accessibili, i marchi puntano sull'innovazione. Alla luce di tutto questo, come dare ai tuoi clienti la migliore esperienza possibile?
I video sono un modo per coinvolgere gli acquirenti nell'esperienza e-commerce e nella storia del marchio. Un video efficace è quello in grado di suscitare emozioni e trascinare, e di offrire ai tuoi utenti l'opportunità di interagire.
Non fermarti ai confini della tua vetrina digitale. L'esperienza del marchio deve raccontare una storia coerente in ogni canale, dispositivo e contesto, anche nel tuo negozio online.
Elliott Davidson, fondatore dell'agenzia Contrast, riesce a intravedere moltissimo potenziale non sfruttato nella ricerca di una soluzione relativa al "servizio personalizzato che i clienti si aspettano dal campo del retail". In che modo i siti web e-commerce possono sfruttare i vantaggi di un servizio clienti su misura?
"Ottimo esempio di azienda operativa nel campo della vendita al dettaglio che si è spinta oltre è uno dei nostri clienti, che offre chiamate tramite FaceTime per consentire agli utenti di porre domande sul prodotto che desiderano acquistare. Nel vendere i suoi prodotti dal prezzo elevato offre un servizio personalizzato e ha l'opportunità di analizzare in profondità le necessità e le richieste dei suoi clienti", afferma Elliott.
Se desideri migliorare l'esperienza dei tuoi clienti relativa al tuo marchio, inizia a pensare a come l'headless commerce potrebbe aiutarti a dar vita alla tua visione
Il COVID-19 non ci ha solo allontanati da qualsiasi esperienza dal vivo condivisa, ma sta accelerando dei cambiamenti che erano già all'orizzonte.
Prima della pandemia, la drogheria texana H-E-B aveva già implementato l'opzione dell'acquisto online con consegna in strada, garantendosi un grosso vantaggio nel momento in cui i consumatori si ritrovarono a ricercare un servizio low-touch.
"Stiamo assistendo a uno spostamento nell'equilibrio del potere verso il digitale", spiega Andrew Lipsman, principale analista di eMarketer. "Il problema è che questo spostamento è così profondo da sconvolgere lo status quo e la lista di vincitori e vinti."
Le esperienze già esistenti che mescolano componenti online e offline, come ad esempio il BOPIS (acquista online, ritira in negozio) e il BORIS (acquista online, restituisci in negozio), si stanno dimostrando molto efficaci per le aziende. Salesforce ha rilevato che i rivenditori che offrono opzioni BOPIS nei propri negozi fisici hanno registrato una crescita in termini di ricavi digitali del 27% nel primo trimestre del 2020, contro il 13% di quelle che non offrivano tale modalità.
I negozi che non hanno ancora implementato queste opzioni di gestione degli ordini dovranno prima o poi fare i conti con la realtà, almeno inizialmente. In attesa di un vaccino, molti sceglieranno il ritiro in strada o il BOPIS per ridurre qualsiasi contatto umano.
E mentre siamo tutti tappati in casa, le funzionalità tecnologiche touchless proseguono la propria avanzata. Le opzioni di pagamento tramite dispositivo mobile sono già comuni. E con un tempismo che non sappiamo se sia stato generato dall'esperienza o semplicemente da un colpo di fortuna, Amazon ha annunciato a inizio marzo che inizierà a vendere la propria tecnologia di check-out automatico "Just Walk Out" ai rivenditori.
Il marchio di soluzioni d'arredo Burrow gestisce uno showroom a Soho, in cui mette in mostra i propri prodotti. A questo si sono uniti due rivenditori online: uno che opera nel campo delle vernici e uno che si occupa di piante.
In questo modo, l'acquisto di arredi, vernici e piante si trasforma in un'esperienza unica. I visitatori dello showroom possono ordinare direttamente sia da Burrow che da uno degli altri due rivenditori.
"Essere in grado di creare luoghi fisici in cui le persone possono testare i prodotti prima di acquistarli è importante. Lo spazio, però, può essere utilizzato anche per ospitare eventi e avviare collaborazioni con altri marchi", afferma Stephen Kuhl, Co-Fondatore e CEO di Burrow.
Sezzle, Apple Pay, Venmo, PayPal... le nuove opzioni di pagamento spuntano come funghi. E man mano che le generazioni più giovani acquisiscono esperienza con la tecnologia, nuove opzioni diventano via via disponibili. Uno studio di TransUnion ha dimostrato anche che i Millennial utilizzano sempre di meno la carta di credito.
Ecco perché molti negozi e-commerce offrono ora opzioni di finanziamento a tasso zero o quasi, come Klarna, Afterpay e Affirm, che consentono ai rivenditori di effettuare grandi acquisti senza pagare in un'unica soluzione, oppure utilizzando una carta di credito ad alto interesse.
Per aprire a una fetta maggiore del proprio mercato, in particolare quella degli under 40, i marchi dovranno prepararsi ad accettare il maggior numero di opzioni di pagamento possibile, incluse le soluzioni BNPL, "acquista ora, paga in seguito".
Purtroppo, queste ultime negano i finanziamenti agli acquirenti con un punteggio di credito inadeguato. Ed è qui che entra in gioco Katapult. Poniamo l'esempio di un rivenditore che offre Klarna come metodo di pagamento. Uno dei suoi acquirenti si vede negato il finanziamento sulla base del merito creditizio. Il rivenditore, tuttavia, offre anche Katapult. All'utente verrà quindi presentata in automatico l'opzione di ottenere un finanziamento tramite Katapult, a un tasso di interesse maggiore sulla base del rischio.
"La suddivisione in classi inerente al merito creditizio era un tempo oggetto di polemica", ricorda Jeremiah Griffin, Director of Business Development di Katapult. "Ora, sono disponibili più livelli di finanziamento." Con le soluzioni di pagamento "lease-to-own" emergenti, come ad esempio Katapult, le aziende possono ora raggiungere nuove porzioni di mercato.
Questo significa anche che i rivenditori possono offrire un'esperienza ancora più personalizzata. Con un numero così elevato di nuove opzioni di pagamento, i commercianti possono raggiungere nuovi mercati e rendere disponibili tutti i metodi di pagamento che desiderano.
Una tendenza degli ultimi due anni è quella della migrazione online dei grandi marchi dedicati alla vendita al dettaglio di prodotti confezionati (CPG). Questa va ad aggiungere un canale DTC al proprio flusso di entrate. Secondo Evan Perkins, Senior Account Manager for Large Enterprises per BigCommerce, il principale fattore trainante nell'ottica di questa nuova tendenza non è però l'aumento dei profitti, bensì l'accesso ai dati.
Alcuni dei marchi CPG tradizionali che vendono tramite i grandi rivenditori hanno iniziato infatti a soffrire la distanza dagli utenti dei propri prodotti. Le vendite DTC consentono di conoscere i propri clienti e raccogliere dati a supporto di decisioni più mirate in termini di targeting, fidelizzazione e altro ancora.
Negli anni a venire, i dati saranno sempre più importanti per le aziende che desiderano incrementare le vendite digitali.
Elliott Davidson, Fondatore dell'agenzia digitale britannica Contrast, sostiene che "in futuro sempre più aziende e-commerce sfrutteranno i dati da una prospettiva in-house."
"I marketer interni sono in grado di prendere decisioni commerciali molto più strategiche e di scavare a fondo nei dati per capire cosa funziona e cosa no. L'analisi dei dati diventerà un requisito fondamentale per le aziende, quando si tratterà di prendere decisioni future legate all'e-commerce."
Hannah Sowers, Fondatrice di Union of Elements con 11 anni di esperienza in Amazon alle spalle, sostiene che abbinare il lifecycle marketing alla scienza dei dati aiuterà a presentare i propri prodotti alle persone più propense ad acquistarli.
"Invece di pensare alla segmentazione dei clienti in modo tradizionale, potremo guardare al down-funnel, identificare gli utenti con Lifetime Value maggiore e ottimizzare le nostre strategie di marketing plasmandole su di loro", spiega Hannah.
"Quindi, potremo utilizzare gli stessi dati per trovare utenti simili, prevedendo idealmente con maggiore certezza quali saranno quelli più propensi a effettuare un acquisto."
Le aziende B2B, inclusi i grandi marchi industriali, sono finalmente impegnate nella trasformazione digitale, spinte dalla pandemia. E con molta probabilità tale movimento porterà grandi benefici a lungo termine.
Pete Robertshaw, Digital Commerce Consultant di Space48, afferma: "Negli ultimi 3-4 mesi abbiamo visto quanto possa essere vulnerabile il settore del B2B. Neanche le aziende che erano già presenti online sono riuscite a ottimizzare il proprio percorso digitale."
Pete consiglia a queste società di focalizzarsi maggiormente sulla propria presenza online e di imparare a capire meglio i propri acquirenti.
"Alcune delle aziende B2B che vediamo pensano di sapere cosa vogliono i propri utenti. Quando si tratta di ottimizzare il percorso digitale, però, non riescono ad andare a segno. L'esperienza dell'utente e quella del cliente non sono importanti solo per il B2C, ma anche per il B2B. Gli acquirenti vogliono esperienze di acquisto fluide."
E con la migrazione online di un numero sempre maggiore di marchi B2B, inizieremo a vedere un incremento in termini di innovazione in aree come il content marketing e lo sviluppo, la comunicazione con i clienti e la trasmissione della storia del marchio online.
Aviv Baron, Fondatore del Direct Payment Group, prevede che il B2B inizierà a offrire più opzioni di pagamento per raggiungere un alto grado di efficienza sia per gli acquirenti che per i venditori.
"Stiamo costruendo un sistema di fatturazione universale che darà ai venditori la possibilità di offrire opzioni come pagamenti con carta di credito, assegno elettronico o addebito diretto ACH", spiega Aviv.
Con quel sistema, le aziende otterranno una maggiore visibilità sui pagamenti ricevuti.
"Già oggi alcune società B2B offrono opzioni di pagamento a rate, e credo che questa tendenza aumenterà nel tempo."
La ResMed, azienda internazionale di dispositivi connessi al cloud per il monitoraggio dei pazienti da remoto, ha portato solo di recente la propria attività B2B online, senza però guardarsi mai indietro.
"Prima, tutti gli ordini B2B venivano inviati tramite e-mail o telefonicamente, raccolti e inseriti in fogli di calcolo", ricorda Rajiv Shanmungananthan, Customer-Facing Applications Lead per ResMed Asia.
"In generale, alla fine del mese ci trovavamo nel caos più completo, con grande dispendio in termini di tempo ed energie da parte del team, che vi dedicava circa 54 ore a settimana".
L'e-commerce per la propria attività B2B sta, come spiega Rajiv, "eliminando il caos di fine mese" e fornendo supporto nella gestione degli ordini.
L'e-commerce si è velocemente fatto valere nonostante i timori che la mancata presenza e interazione sociale potessero scoraggiare gli utenti, portandoli a scegliere i negozi fisici piuttosto che quelli online. Grazie in parte anche ai social media, invece, possiamo avere (più o meno) entrambe le cose.
L'importanza della presenza sui social media è già parte integrante delle strategie di marketing dei marchi. Tuttavia, i progressi di oggi hanno aggiunto una componente commerciale per agevolare lo shopping sulle piattaforme.
Con l'aumento del potere d'acquisto di Millennial e Gen Z, l'importanza del social commerce è destinato a crescere. Il 47% degli intervistati appartenenti a quelle fasce d'età, infatti, sostiene di avere fiducia negli influencer che utilizzano queste piattaforme.
Facebook e Instagram hanno fatto grandi passi avanti per consentire gli acquisti direttamente dalla piattaforma. Il check-out su Instagram è stato introdotto l'anno scorso in versione Beta, mentre Facebook ha lanciato di recente gli Shops, per facilitare le transazioni in-app.
Anche Pinterest sta approfittando di questa tendenza. L'azienda ha infatti annunciato l'anno scorso il lancio di una funzionalità di ricerca visiva che consentirà alla piattaforma di consigliare capi di abbigliamento e arredi sulla base dei contenuti delle immagini. I "Rich Pin", inclusi i "Product Pin", permetteranno agli utenti di visualizzare informazioni come prezzi e disponibilità. I "Buyable Pin" consentiranno invece loro di acquistare i prodotti senza uscire da Pinterest.
La piattaforma continuerà a fare progressi. Lo dimostra l'assunzione di un ex CTO di Walmart e VP of Engineering di eBay.
Se hai gestito un negozio e-commerce, anche per breve tempo, avrai probabilmente avuto la sensazione di non avere il tempo per fare tutto ciò che era necessario. Ecco perché, quando si tratta di tendenze future, l'assegnazione delle giuste priorità è essenziale.
Non tutti i marchi hanno la necessità di sfruttare ogni tendenza. Se hai un'azienda B2B che vende attrezzature pesanti, il check-out su Instagram difficilmente avrà un impatto sui tuoi profitti. Analogamente, se vendi articoli da regalo su misura per occasioni mirate, la ricerca vocale non sarà la tua prima priorità.
Concentrati sull'usabilità, prima che sugli "effetti speciali". Sia dalla prospettiva del cliente che effettua un acquisto che dal tuo lato operativo. Nessun orpello potrà mai sopperire alla mancanza di processi solidi e best practice. Una volta che avrai compreso questo aspetto, prendi dei rischi calcolati e fai test su test.
Considera la domanda, la necessità di traduzioni e localizzazione, le opzioni di pagamento e la spedizione transfrontaliera. Dovrai valutare tutti i costi correlati per determinare se l'espansione ha senso per il tuo marchio.
Utilizza l'automazione per programmare le e-mail, meccanizzare i compiti, agevolare il processo di assunzione, comunicare con i potenziali clienti e ottimizzare le procedure di magazzino.
Per commercio vocale o voice commerce si intende l'utilizzo della voce per effettuare gli acquisti tramite dispositivi tecnologici come Google Home o Alexa di Amazon.
Per commercio automatizzato o automated commerce si intende la funzionalità che consente di gestire gli abbonamenti e gli ordini automatici.
Per PWA, Progressive Web App, si intende un'applicazione che utilizza tecnologie web aggiornate per offrire un'esperienza online veloce e affidabile più vicina a un'app nativa piuttosto che a una pagina web tradizionale.
Le PWA offrono una maggiore flessibilità nella gestione dei contenuti a livello di front-end e regalano esperienze di acquisto veloci e fluide.
Oggi, i clienti si aspettano di poter accedere alle opzioni BOPIS (acquista online, ritira in negozio) e BORIS (acquista online, rendi in negozio), e beneficiare del ritiro in strada.